Intanto gli studi effettuati su ben cinque diverse galassie ellittiche al centro di Andromeda sembrano dimostrano che la maggior parte delle supernova siano nate dalla fusione di due nane bianche vicine. Se infatti la formazione di supernove derivasse solo dalla accrezione di una sola stella, le galassie dovrebbero emettere una quantità molto maggiore di raggi X rispetto a quella registrata.
sabato 27 marzo 2010
Origine delle Supernove
Intanto gli studi effettuati su ben cinque diverse galassie ellittiche al centro di Andromeda sembrano dimostrano che la maggior parte delle supernova siano nate dalla fusione di due nane bianche vicine. Se infatti la formazione di supernove derivasse solo dalla accrezione di una sola stella, le galassie dovrebbero emettere una quantità molto maggiore di raggi X rispetto a quella registrata.
giovedì 25 marzo 2010
Marte: Cratere Mojave

E' di recente pubblicazione la foto scattata al cratere Mojave. Ha avuto origine da un enorme formazione di ghiaccio, che sembra non aver subito alcuna forma di erosione o infiltrazione. Possiede un diametro di circa 37 miglia ed il punto più profondo del cratere è di oltre 2 Km. Concentra al suo interno i materiali sedimentati
Inoltre gli scienziati stanno cercando di dimostrare che in tali crateri il ghiaccio, sciolto in acqua , potrebbe essere evaporato e condensato poi in pioggia che avrebbe bagnato la superficie marziana, rendendo possibili forme di vita.
mercoledì 24 marzo 2010
Siamo soli nell'Universo?
La possibilità di trovare forme di vita intelligenti su altri mondi sembra destinatata a rimanere senza risposta per molto tempo. Non solo l'ampiezza del "nostro" universo non è ancora stata esplorata interamente, ma la possibilità dell'esistenza di "altri" universi moltiplica le possibilità.
Esistono infatti diverse teorie che sostengono diversi universi paralleli.
Prima tra le teorie "la sfera di Hubble" secondo cui, non solo che la porzione di universo osservabile potrebbe essere estesa all'infinito, ma ipotizza un infinito numero di sfere di Hubble. E chissà che in una di queste sfere non esista un pianeta gemello alla Terra.
Esiste poi la ricerca di A. Jenkins della Florida State University e G. Perez del Weizmann Institute of Science di Rehovot in Israele. Partendo dal vuoto primordiale che ha generato il nostro universo, secondo i due fisici, si potrebbero essere creati molti altri universi, ciascuno dotato di leggi fisiche proprie. Pertanto è moltro probabile la presenza di forme di vita.
domenica 21 marzo 2010
7 luoghi dove incotrare vita extra-terrestre
E' stata stilata dal sito MNN (Mother Nature Network) la classifica dei 7 luoghi in cui con maggior probabilità potremmo incontrare vita extra-terrestre.
MARTE. Si tratta del pianeta più simile al nostro del Sistema Solare. I rover già inviati sul pianeta rosso confermano che ci sia o ci sia stata vita. Grazie infatti alle foto scattate dal Mars Global Surveyor, è stato appurato che l’acqua allo stato liquido, requisito primario, ha bagnato Marte fino a 10 anni fa.
EUROPA. La sesta luna di Giove è caratterizzata da una superficie coperta da un sottilissimo strato di ghiaggio. Nonostante la lontananza dal Sole, il satellite è riscaldato da venti interni provenienti dai fondali oceanici che potrebbero sciogliere la calotta e favori il proliferare di microbi e piante, così come accadde alla Terra ai primordi.
TITANO. La più grande delle lune di Saturno ed anche l’unico dei satelliti non planetari a possedere un’atmosfera. Inoltre possiede corpi liquidi sulla superficie. Questi liquidi, idrocarburi per la precisione, sono un'oasi perfetta per le formazioni organiche.
ENCELADO. Un’altra luna di Saturno, grande appena come la Gran Bretagna, è studiata dagli esperti per le eruzioni attive composte in gran parte da acqua. Le osservazioni portano a supporre che una massa liquida sopravviva sotto la superficie ghiacciata. L'acqua è sempre conduttrice della vita.
GANIMEDE. La maggiore luna di Giove e dell’intero Sistema Solare è composta da rocce di silicio e acqua ghiacciata. Gli astronomi hanno inoltre individuato un oceano a circa 200 km di profondità, localizzato tra due strati di ghiaccio. Ed essendo anche Ganimede, come Europa, soggetto a un riscaldamento interno, si potrebbe verificare lo scioglimento degli strati di ghiaccio che ora impediscono la vita.
CALLISTO. Satellite di Giove, considerato dagli esperti come uno dei siti più favorevoli per la colonizzazione umana e come base per gli studi del sistema gioviano. Caratterizzato da un basso livello di radiazioni, nasconde acqua sotto la superficie.
GLIESE 581D. Pianeta extra-solare che orbita attorno a Gliese 581 a circa 20 anni luce dalla costellazione della Libra. Le osservazioni fatte indicano che sulla superfiscie scorre acqua e si potrebbe quindi formare la vita. Proprio nella direzione del pianeta è stato inviato un messaggio che giungerà a destinazione nel 2029. Se qualche forma di vita intelligente poi rispondesse, dovremmo attendere fino al 2049.
Tracciato il "flusso scuro"
martedì 16 marzo 2010
Raggi gamma e buchi neri
Questo è quello che accade infatti nella galassia 3C279. Le informazioni raccolte, grazie al lavoro di 250 ricercatori e all'utilizzo di ben 20 telescopi, mostrano un campo magnetico avvolto intorno ai due getti di particelle accelerate che partono dal buco nero. Il campo magnetico allontana le particelle dal buco nero per scagliarle in una regione rarefatta, dove generano i raggi gamma.
I dati raccolti nelle fascie delle onde radio, delle onde visibili e dei raggi X sono stati poi confrontati con quelli sui raggi gamma ottenuti dal satellite Fermi.
La galassia 3C279, oltre ad essere una delle sorgenti gamma più brillanti è soggetta ad una emissione estremamente variabile. E proprio durante un periodo di cambiamento di attività che gli esperti hanno notato il cambiamento della direzione di moto delle particelle e, quindi, la direzione del campo magnetico.
lunedì 15 marzo 2010
Fotografato vento generato da buco nero

domenica 14 marzo 2010
Mars Express osserva Phobos

Mars Express è stata lanciata dall’ESA il 2 giugno 2003 dal cosmodromo di Baikonur in Kazakhstan usando un lanciatore Soyuz. Il nome Express deriva dal breve periodo temporale con cui era previsto il raggiungimento di Marte. Nella data del lancio infatti il pianeta rosso ed il nostro pianeta erano più vicini nel loro percorso orbitale.
Tra le strumentazioni a bordo di Mars Express sono presenti due strumenti italiani: lo spettrometro di Fourier PFS, utilizzato per lo studio dell’atmosfera, e il radar subsuperficiale MARSIS (Mars Advanced Radar for Subsurface and Ionosphere Sounding), costruito in collaborazione con la NASA.
Quello del 3 marzo è stato solo uno dei primi avvinamenti previsti su dodici. Già il 7 marzo nel successivo avvicinamento, a 107 km di altezza, è stata attivata la camera HRSC. Mentre lo strumento ASPERA sta analizzando le particelle cariche provenienti dal Sole e che interagiscono con la superficie di Phobos.
Space Exploration Technologies
mercoledì 3 marzo 2010
Cannibalismo cosmico

L'esopianeta in questione aveva già colpito i suoi scopritori. Si tratta infatti di un pianeta gassoso di grandezza ben 6 volte maggiore del nostro Giove e ruota vicinissimo alla sua stella (circa 75 volte più vicino rispetto alla distanza Sole-Terra). La distanza ravvicinata, oltre all'alta temperatura superficiale di 2500 °C, ha effetti pesanti su Wasp-12b, come le alterazioni delle maree e movimenti interni del pianeta tali da generare un riscaldamento da frizionamento. Per questo i suoi strati esterni diventano meno densi e la materia di cui sono composti viene assorbita dalla grande forza gravitazionale dell’astro-madre. Questa materia si distribuisce attorno alla stella formando anelli attorno al piano equatoriale, simili agli anelli di Saturno, e viene assorbita alla velocità di 6 miliardi di tonnellate al secondo. L'assorbimento terminerà tra circa 10 milioni di anni.
martedì 2 marzo 2010
Terremoto Cile sposta Asse Terrestre

Secondo il geofisico Richard Gross del J.P.L. di Pasadena (California), infatti, sostiene che lo spostamento è stato di circa 8 centimetri. Il forte sisma ha spostato grandi quantità di placche tettoniche modificando la distribuzione della massa terrestre. Conseguentemente ha cambiato anche la velocita' di rotazione del pianeta e quindi la durata del giorno.