lunedì 31 maggio 2010

Buchi Neri stellari e supermassicci

I buchi sono sempre al centro della curiosità degli astronomi. Divisi in due categorie: i buchi neri stellari, che hanno una massa anche 10 volte quella del nostro Sole, e i buchi neri supermassicci, che si trovano nei nuclei delle galassie attive e che possono arrivare a migliaia di volte la massa solare.
L'osservatorio per raggi-X Chandra e il satellite XMM-Newton hanno catturato nuove immagini di due buchi neri di medio formato che fanno parte della seconda categoria. Collocati al centro della galassia starburst M82, distano da noi 12 milioni di anni-luce.
L'origine dei buchi neri rimane ancora un mistero. Un spiegazione possibile si basa sulle collisioni di stelle negli ammassi stellari compatti, che portano alla formazione di stelle massicce che successivamente collassano formando i buchi neri.
Uno dei due buchi neri osservati possiede una massa stimata tra 12.000 e 43.000 volte la massa solare, mentre il secondo, più piccolo, una massa tra 200 e 800 volte quella massa solare.

sabato 29 maggio 2010

Eclissi Stellare

E' recente l'osservazione della prima eclissi stellare, compiuta dagli studiosi dell'Università della California, che hanno pubblicata i risultati sul Astrophysical Journal Letters.
Protagoniste di questa ricerca una coppia di stelle binarie: una nana bianca delle dimensione della Terra e una nana bianca rarissima composta di elio puro, con massi pari al 10/20% della massa della nostro Sole. Questa coppia è stata classificata con la sigla NLTT 11748 ed è stata osservata dal telescopio Faulkes North, fiore all'occhiello dell’osservatorio Global Telescope (Hawaii).
Questa coppia di stelle, conosciuta per le sue variazioni di brillantezza, per la prima volta è stata osservata mentre la stella più piccola eclissa la più grande.
Queste osservazioni permetteranno agli esperti di spiegare come si evolvono le stelle nane bianche, oltre a capire come questi astri giungano al termine della loro vita. Questi astri infatti, dalle dimensioni simili a quelle della Terra, sono i resti di stelle che originariamente era grandi come il Sole. Una stella diventa nana bianca esaurendo il suo carburante nucleare, rimanendo solo il suo nucleo denso, composto da carbonio e ossigeno.

mercoledì 26 maggio 2010

Solar Walk fa rivivere il sistema solare

Solar Walk permette di visualizzare su iPhone e touch la ricostruzione del sistema solare e dei suoi pianeti in 3D. Così facendo l'utente può viaggiare nello spazio, osservare il moto di rivoluzione e di rotazione dei corpi celesti da varie angolazioni.
E' possibile anche atterrare sul pianeta prescelto per osservarne la superficie, di cui vengono fornite caratteristiche ed informazioni sulle missioni scientifiche.
Novità è a visualizzazione della posizione dei vari pianeti nel sistema solare in diverse epoche.
Il programma è stato creato dal team Apple che ha creato in precedenza l'App Star Walk.
L'applicazione è scaricabile nell'App Store a soli 2,39 euro.

martedì 25 maggio 2010

Sardinia Radio Telescope

Sono giorni di grande attesa per il Sardinia Radio Telescope, che si preannuncia il più grande radiotelescopio d'Europa. Verrà installato a San Basilio, in provincia di Cagliari.
Una enorme gru provvederà a fissare il "grande cesto" di ben 64 m di diametro, posto alla base del radiotelescopio, e del peso di 500 t.
Sarà inoltre possibile seguire le operazioni di montaggio del telescopio, grazie a due webcam che aggiorneranno le immagini ogni 10 minuti, collegandosi al sito www.media.inaf.it . Oppure sul sito Astrochannel dell'Inaf (Istituto Nazionale Astrofisica) verrà pubblicata un'animazione dei lavori.

«Il Sardinia Radio Telescope - commentano i responsabili Asi e Inaf - rappresenta un gioiello scientifico e tecnologico unico in Europa e secondo al mondo, frutto dell'eccellenza italiana che, nel campo dell'astronomia e dell'astrofisica in particolare, vanta un primato che dura da 400 anni».

venerdì 21 maggio 2010

Nebulosa Rosetta


E' stata pubblicata recentemente l'immagine della Nebulosa Rosetta, una delle regioni che gli astronomi considerano la culla delle stelle, chiamata Stellar Nursery.
La Nebulosa è classificata come NGC 2237 e C 49 ed è un'ampia regione di forma circolare situata ai confini di nebulosa della costellazione dell'Unicorno.
Possiede un diametro angolare di 1,3° e si trova a una distanza di circa 5200 anni luce dal nostro sistema solare.
Caratteristica della Nebulosa Rosetta è la presenza di un brillante ammasso aperto, NGC 2244; le stelle blu dell'ammasso emettono radiazione ultravioletta, che eccitando il gas della nebulosa lo portano ad emettere luce rossa.
Nel cielo notturno la Nebulosa è di facile individuazione, si trova infatti al 5° dall'equatore celeste, quindi visibile in entrambi gli emisferi della Terra. Inoltre è situata vicino ad alcune delle stelle più brillanti: Betelgeuse e Procione; congiungendo la prima alla seconda con una linea immaginaria, la Nebulosa Rosetta si trova in direzione sud.

mercoledì 19 maggio 2010

9 Nuovi Esopianeti

La Teoria Planetaria è stata recentemente scossa dalla scoperta di 9 nuovi esopianeti, annunciata al Royal Astronomical Society(RAS), il meeting nazionale annuale sull’astronomia, che portano il numero complessivo a 452.
Gli astronomi, inoltre, sono stati sorpresi nello scoprire che ben 6 esopianeti, su un gruppo di 27 compivano il loro moto rivoluzionario seguendo orbite retrograde, il contrario di quello che avviene nel nostro Sistema Solare.
La teoria quindi, secondo cui i pianeti si formano dal disco di gas e polvere che orbita intorno ad una giovane stella e si muovono su orbite che seguono la stessa direzione della rotazione della stella, è stata messa in crisi.
Il compito di individuare gli esopiamenti è affidatato al telescopio WASP (Wide Angle Search for Planets) composto da due osservatori robotici che monitorizzano il cielo alla ricerca di eventi di transizione. Grazie infatti al transito del pianeta davanti alla sua stella, che diminuisce temporaneamente la luce che essa emette, è possibile individuarlo.
Tra i pianeti classificati l'attenzione è puntata sui pianeti caldi simili al nostro Giove, e per questo definiti gioviani. I nuclei di questi pianeti giganti sono formati da particelle di roccia e ghiaccio, che generalmente si trovano nelle regioni esterne e fredde dei sistemi planetari. I pianeti gioviani caldi quindi devono essersi formati lontani dalle loro stelle e poi catturati dalla forza gravitazionale della stella vicina. Questo spiegherebbe come mai alcuni esopianeti seguano orbite retrograde.

martedì 18 maggio 2010

Flussi Solari


Gli studi sull'attività all'interno del Sole, ha portato interessanti scoperte.
Il moto del plasma solare, infatti, risulta non essere caotico. Esistono due imponenti correnti di plasma, una nell'emisfero settentrionale e l'altra in quello meridionale, chiamate Great Conveyor Belt. E proprio questi movimenti di materia sembrano regolare il ciclo delle macchie solari.
Grazie all'osservatorio solare SOHO (Solar and Heliospheric Observatory) è stata misurata la velocità di circolazione della corrente settentrionale, che ha confermato che l'attività solare è la più alta degli ultimi cinque anni.
Gli studiosi però si interrogano, in quanto se davvero è questa circolazione di plasma a generere le macchie solari, un aumento di velocità dovrebbe comportare un conseguente aumento delle macchie. Ed invece il Sole sta attraversando un lungo perido di minimo di macchie solari.
Per questo si apre l'ipotesi che la Great Conveyor Belt sia in realta un riduttore della produzione delle macchie.
La velocità misurata è di circa 10/15 metri al secondo. Per compiero un ciclo completo le due correnti impiegano 40 anni. Questo vale per la parte superficiale.

Gli scienziati, infatti, sono rimasti sorpresi dalle misurazioni della parte più profonda. Sembra che, mentre la parte superiore scorre a velocità elevata, quella inferiore è scorre a velocità molto basse.

lunedì 17 maggio 2010

Spitzer e le nane brune

Dalla scoperta delle nane brune, la prima è stata osservata nel 1995, gli scienziati hanno cercato di capire come si sono formati questi residui dell'evoluzione stellare, ne pianeti ne stelle.
Il telescopio spaziale Spitzer ne ha svelato il mistero, fornendo le immagini di due nane brune giovani, meglio definite come "proto nane brune".
Le giovani stelle sono state individuate nella nube scura Barnard 213, una regione tra le costellazioni del Toro e dell'Auriga.
David Barrado, del Centro di Astrobiología di Madrid, ha dichiarato che per individuarle è stata utilizzata la loro forte emissione all'infrarosso. Spitzer è stato in grado di registare queste emissioni anche all'interno delle nubi scure presenti in queste costellazioni.
Le prime conclusioni degli astronomi portano a pensare che abbiano origine da stelle di piccola massa. Hanno una natura più fredda e più leggera, ma le nane brune rimangono comunque più calde rispetto ai pianeti. Si formano dalle stesse nubi di polvere da cui nascono stelle e pianeti, ma proprio per la loro ambigua natura vengono chiamate "stelle mancate", visto che non raggiungono la stessa massa delle stelle più calde e luminose.
Non raggiungendo la giusta massa, infatti, il gas nel nucleo non raggiunge la temperatura necessaria per la reazione di fusione nucleare che brucia l'idrogeno per trasformarlo in elio.
Le nane brune quindi rimangono oggetti poco luminosi e freddi.

domenica 16 maggio 2010

Solar Dynamics Observatory

Il


Il satellite Solar Dynamics Observatory, lanciato in orbita in febbraio, ha inviato immagini spettacolari del Sole, tra cui un'eruzione. Obiettivo del SDO è quello di studiare in profondità la nostra stella e scoprire gli effetti della sua attività sul nostro pianeta.
Nelle immagini il Sole appare nelle tonalità del verde, del blu e del rosso, in base al cambiamento delle onde ultraviolette della telecamera sul satellite.

mercoledì 5 maggio 2010

Telescopio E-ELT

E' stato scelto dall'ESO il Cile come sito del nuovo European Extremely Large Telescope (E-ELT).

Il più grande telescopio a terra sorgerà, infatti, a Cerro Armazones e avrà una larghezza di ben 42 metri, contro gli appena 8 dei telescopi tradizionali. Cerro Armazones è una montagna di 3060 m nel Deserto di Atacama e dista 20 Km dal Very Large Telescope a Paranal.

Il sito del nuovo telescopio è stato scelto sia per le qualità atmosferiche e la nititezza del cielo, sia per la collaborazione con il vicino osservatorio di Paranal. Entrambi i siti inoltre godono di 320 notti limpide all'anno.

Il progetto è nato dalla competizione con la Nasa, che riesce ad osservare l'Universo dallo spazio, senza disturbi creati dall'atmosfera terrestre, ma che sopporta ingenti costi.
Per questo l'agenzia spaziale europea per contenere le spese ha indirizzato le osservazioni dalla Terra. Le spese si attesteranno comunque intorno al 1,5 milioni di dollari.

lunedì 3 maggio 2010

Due buchi neri vicinissimi


I buchi sono sempre al centro della curiosità degli astronomi. Divisi in due categorie: i buchi neri stellari, che hanno una massa anche 10 volte quella del nostro Sole, e i buchi neri supermassicci, che si trovano nei nuclei delle galassie attive e che possono arrivare a migliaia di volte la massa solare.
L'osservatorio per raggi-X Chandra e il satellite XMM-Newton hanno catturato nuove immagini di due buchi neri di medio formato che fanno parte della seconda categoria. Collocati al centro della galassia starburst M82, distano da noi 12 milioni di anni-luce.
L'origine dei buchi neri rimane ancora un mistero. Un spiegazione possibile si basa sulle collisioni di stelle negli ammassi stellari compatti, che portano alla formazione di stelle massicce che successivamente collassano formando i buchi neri.
Uno dei due buchi neri osservati possiede una massa stimata tra 12.000 e 43.000 volte la massa solare, mentre il secondo, più piccolo, una massa tra 200 e 800 volte quella massa solare.